CARLO BAVAGNOLI

Afi

CARLO BAVAGNOLI

Dal 17 marzo al 14 aprile

Villa Pomini

Via don Luigi Testori 14 – Castellanza (Va)

Apertura: sabato dalle 15 alle 18.30, domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30
Chiuso domenica 31 marzo 2024 (S. Pasqua) – Aperto lunedì 1 aprile dalle 15 alle 18.30

Ingresso libero

SARDEGNA 1959. L’AFRICA IN CASA

Courtesy Ilisso Editore / Libro in mostra

La mostra propone una inedita documentazione di reportage, realizzata nel 1959 dal fotografico Carlo Bavagnoli, allora affiancato dal giornalista Livio Zanetti. Figure molto note in ambito editoriale, inviate in Sardegna dall’”Espresso” per quello che fu il primo reportage sociale pubblicato dal settimanale sulla scia di una dibattuta inchiesta parlamentare, circa lo stato di estrema povertà che opprimeva alcune aree della fascia centrale dell’Isola. Bavagnoli, colpito dalla grande dignità che assumeva la miseria in Sardegna, ha condensato la realtà in immagini che superano la mera cronaca, consegnando alla memoria visiva intensi ritratti, sorprendenti contesti urbani, interni domestici di straordinaria incisività. Scene di vita costitutive, nell’insieme, di un quadro preciso della regione che, da lì a poco, cambierà il proprio volto.

Carlo Bavagnoli nasce a Piacenza nel 1932. Completati gli studi classici, nel 1951 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza di Milano. A Brera ha modo di confrontarsi con alcuni giovani fotografi, Alfa Castaldi, Mario Dondero e Ugo Mulas. Nel 1955, trasferitosi definitivamente a Milano, inizia a collaborare con “Illustrazione Italiana“, “Tempo illustrato” e “Cinema Nuovo“. Assunto come fotografo da “Epoca“, nel ’56, viene trasferito nella redazione romana della rivista. Nella capitale inizia un lungo lavoro di documentazione del quartiere popolare di Trastevere, grazie al quale ottiene i primi contatti con la rivista americana “Life“, che gli pubblica alcune foto. Nel marzo del 1958 è per la prima volta in Sardegna, ad Orani, dove per la stessa testata fotografa Costantino Nivola durante la decorazione della facciata della chiesa della Madonna d’Itria e la mostra di sculture allestita per le vie del paese. L’anno successivo trascorre un mese a New York, dove ancora “Life“, gli richiede, a scopo formativo, la realizzazione di un reportage sulla vita della metropoli; due anni dopo gli offre un contratto come corrispondente dall’Italia. Negli anni successivi lavorerà come free lance per diversi giornali. Tra il 1960 e il 1961 torna in Sardegna, a Loculi e Irgoli, inviato da “L’Espresso” per un servizio sulla povertà in Italia, che non sarà pubblicato in quanto ritenuto non abbastanza drammatico. Aveva preferito, infatti, evitare la retorica e le forzature ideologiche che in quegli anni imperversavano sulle pagine di quotidiani e riviste. Negli anni seguenti i viaggi tra l’Italia e gli Stati Uniti s’intensificano. Per “Life” documenta l’apertura del Concilio Vaticano II, la morte di Giovanni XXIII e l’elezione di Paolo VI. Nel frattempo continua la sua collaborazione con “Epoca”. Il 1964 è un anno memorabile per la sua attività: è assunto nella redazione americana di “Life“, fatto unico per un fotografo italiano; dopo un anno trascorso a New York, viene trasferito alla sede di Parigi. Dal 1972, anno in cui cessa la pubblicazione della rivista americana, intensifica i suoi rientri in Italia, pubblica numerosi libri fotografici, realizza vari documentari per la televisione e si occupa di musica classica.

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