Villa Pomini

Afi

Villa Pomini

10 aprile - 8 maggio 2022

VILLA POMINI – 10 aprile – 8 maggio 2022

Via Don Luigi Testori, 14 – Castellanza (Va)

Orari visita: venerdì e sabato 16/19 – domenica 10/12.30 – 15.30/19 

Ingresso libero

NINO MIGLIORI

UNA VISIONE NEOREALISTA

La fotografia di Nino Migliori, dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neore[1]alista con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui ma[1]teriali del tutto originale ed inedita. Da una parte, quindi, in pochissimi anni, nasce un corpus segnato dalla cifra stilistica dominante dell’epoca, il neorealismo: una visione della realtà fondata sul primato del “popolare”, con le sue subordinate di regionalismo e di umanitarismo. Sull’altro versante Migliori produce fotografie off-camera, opere che non hanno confronti nel panorama della fotografia mondiale, sono comprensibi[1]li solo se lette all’interno del versante più avanzato dell’informale europeo con esiti spesso in anticipo sui più conosciuti episodi pittorici. La ricerca continuerà nel corso degli anni coinvolgendo altri materiali e tecniche: polaroid, bleaching. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed é questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. Sperimentatore, sensibile esploratore e alternativo lettore, le sue produzioni visive sono sempre state caratterizzate da una grande capacità visionaria che ha saputo infondere in un’opera originale ed inedita. Nuovi scenari e seduzioni si dispongono nell’opera in cui il progetto diviene composizione, territorio di esplorazione e punto di riflessione critica. Riflessione sull’uso della fotografia, sulla sua testimonianza attraverso la sco[1]perta di rinnovate gestualità e contaminazioni. E’ l’autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazio[1]ne e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione. Ogni suo lavoro è frutto di un progetto preciso sul potere dell’ immagine, tema che ha caratte[1]rizzato tutta la sua produzione. Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private fra le quali Mambo – Bologna; Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Torino; CSAC – Parma; Museo d’Arte Contemporanea Pecci – Prato; Galleria d’Arte Moderna – Roma; Calcogra[1]fia Nazionale – Roma; MNAC Barcellona; Museum of Modern Art – New York; Museum of Fine Arts – Houston; Bibliothèque Nationale – Parigi; Museum of Fine Arts – Boston; Musée Reattu – Arles; SFMOMA – San Francisco ed altri.

FRANCESCO FARACI

ANIMA NOMADE 

Da Pasolini alla fotografia povera

Libro in mostra

Luce, luoghi e corpi guidano da sempre la ricerca di Francesco Faraci, fotografo documentario e scrittore, interprete di una fotografia povera che travalica i confini e il convenzionale per cercare di cogliere l’essenza delle cose.

Dal pensiero meridiano al pensiero nomade, dai sobborghi di Palermo ai “ragazzi di vita” pasoliniani, da Grotowski a Celant, questa mostra, legata al volume omonimo, racconta per immagini, una fotografia “randagia” e un modo di fare cultura “nomade”: un errare attraverso e oltre i confini fisici e concettuali, da quelli delle periferie a quelli dei luoghi comuni, in cui la strada diventa sinonimo di un percorso intimo e umano, particolare e generale.

È un viaggio “eretico” quello che ci propone Faraci, un racconto che “sceglie” di vedere, e mostrare, persone e gesti dimenticati o, semplicemente, troppo spesso ignorati.

 

“È un libro farmacia.

Sfogliarlo è una cura.”

Franco Arminio

 

Francesco Faraci (Palermo, 1983). 

Dopo studi in sociologia e antropologia scopre la fotografia come principale mezzo di espressione e inizia a girare la Sicilia, in lungo e in largo, alla ricerca di storie da raccontare. Nel 2021 collabora con Achille Lauro per il singolo Solo Noi e insieme descrivono le periferie romane. Nello stesso anno collabora con Netflix e Alessandro Cattelan per la docuserie Una semplice domanda.

È autore di tre libri fotografici: Malacarne (2016), Jova Beach Party. Cronache da una nuova era (2019) e Atlante umano siciliano (2020). È anche autore di un romanzo, Nella pelle sbagliata (2017). I suoi lavori sono apparsi su “The Guardian”, “Time Magazine”, “The Globe and Mail”, “la Repubblica”, “L’Espresso”, “Le Monde”, “Libération”, “VICE”.

ISTITUTO ITALIANO DI FOTOGRAFIA

I LUOGHI DELL’IMMAGINE

Ovvero il paesaggio della comunicazione

Autori: Bianchi Irene, Farinelli Gaia, Gola Martina, Pastorello Michela, Posada Karen, Schiaffino Emanuele, Slaviero Federico.

La possibilità di comunicare concetti ed emozioni, utilizzando diverse metodologie di trasmissione, dalla parola alle immagini, è una delle grandi prerogative e conquiste del genere umano.

Lo sviluppo delle attività umane, la diffusione delle idee, e lo stesso sviluppo della società è fondato sulla comunicazione.

Ogni epoca è stata caratterizzata da specifiche forme comunicative: il disegno, la parola, la creazione dell’alfabeto che ha permesso di creare la scrittura da cui sono nati i libri ed i giornali: dalla tecnologia più recente si è sviluppata la radio, il telefono, la televisione ed infine il web.

Di fatto ogni metodo ed ogni tecnologia hanno caratterizzato l’epoca storica di riferimento, segnando in modo sostanziale la nostra società.

Il progetto a cui si sono dedicati gli studenti dell’Istituto Italiano di Fotografia, era di svolgere una indagine ed una documentazione, su una particolare tipologia di veicolazione del messaggio, l’affissione pubblica e la cartellonistica stradale.

Uno degli scopi era di comprendere come queste modalità di diffusione del messaggio influenzano il territorio che le accoglie, comprenderne il senso ed il valore intrinseco e, quanto, nell’epoca della comunicazione globale svolta attraverso la rete, possa essere ritenuta efficace.

In seno a questi principi, gli studenti si sono mossi su due principali binari di analisi, che hanno visto coinvolti le aree urbane centrali di grandi città, le aree periferiche e i contesti di piccoli centri urbani.

In questi contesti si evidenzia una prima grande e fondamentale differenza, l’impatto estetico nell’area urbana di riferimento: l’affissione pubblica nel centro di una importante area urbana ha il duplice scopo di veicolare un messaggio ed allo stesso tempo di creare un impatto estetico che avvantaggi l’area stessa ed, ovviamente, l’immagine del marchio proposto, ne consegue che ci troviamo di fronte ad una articolazione del messaggio e del referente a favore del luogo e del ricevente. Al contrario, la cartellonistica pubblicitaria proposta nelle aree periferiche o nei piccoli centri urbani, si pone solo come elemento di sviluppo di un marchio/messaggio senza tenere in particolare conto, l’effetto estetico espresso in quella determinata locazione.

In questo ultimo caso, ci appare chiaro di come messaggio e referente, siano le uniche realtà che contano, ne conseguono anche quali siano le realtà comunicative che si avvalgono di questi contesti fisici in cui calare il valore del messaggio. In ultima analisi possiamo considerare che il luogo è in parte responsabile nel rendere fruibile il messaggio, quale pubblico raggiungere, per quale scopo ed infine, per quale esigenza.

 

CITIES – a contemporary view

Autori vari

“Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto.”
Alessandro Baricco

Nel 2022 il magazine CITIES arriva al numero 10!  Un bel traguardo per un semestrale, a cui sinceramente non sapevamo saremmo arrivati… e questo già ci sprona ad andare avanti.

Per festeggiare degnamente questo traguardo abbiamo preparato con alcuni nostri partners una grande iniziativa: la mostra collettiva “CITIES – a contemporary view“con la presentazione congiunta di CITIES 10, un volume speciale composto da una dozzina di progetti e storie selezionate dalla call.

CITIES è un magazine fotografico, composto da storie di Fotografia urbana realizzate da grandi autori internazionali e alcuni tra i più interessanti autori del panorama Italiano;

La mostra si compone di una scelta di immagini dai 12 progetti selezionati per Cities 10; compariranno alcune stampe dei dodici Autori, tra cui quelle dei due progetti già selezionati di Gabi Ben Avraham “Journey of Freedom”  e di Stefano Mirabella “Portaportese”.

La mostra vuole offrire uno spaccato sulla fotografia urbana contemporanea, che peraltro è il focus di CITIES fin dai suoi primi numeri.

E guardando anche ai primi due progetti selezionati di Gabi Ben Avraham  e di Stefano Mirabella possiamo dire che è fatta soprattutto di persone, movimento, socialità: elementi che ci mancano un po’ in questi anni di Covid time.

 

 

 

, , , , ,