Cristina Moregola Gallery

Afi

Cristina Moregola Gallery

CRISTINA MOREGOLA GALLERY – Via Andrea Costa, 29 – Busto Arsizio (Va)

15 MAGGIO-11 LUGLIO 2021

Orari visita: da giovedì a domenica 16 -19 

Il sabato e la domenica prenotazione consigliata telefonando al n. T 340 8670647

Ingresso libero

Vicente Insa Izquierdo

Aedificationes et refectiones

Courtesy Cristina Moregola Gallery

Sincronico e diacronico sono i due termini intorno ai quali si struttura la narrazione fotografica di Vicente Insa Izquierdo.

All’interno delle modanature di finestre e porte barocche, raddoppiate su se stesse fino a formare cornici chiuse, il fotografo inserisce frammenti architettonici di luoghi industriali, anch’essi raddoppiati con un intelligente gioco di simmetrie e corrispondenze che avvicinano le decorazioni di palazzi seicenteschi al rigore formale degli edifici industriali.

Guardando le fotografie scorrono sulla nostra retina, simultanei e contigui, tempi storici ed elementi architettonici differenti sapientemente accostati in modo da creare, almeno visivamente, una ideale continuità cronologica.

Un lavoro, come dice il titolo della mostra, di costruzioni e ricostruzioni; un lavoro fotografico ma nello stesso tempo architettonico, storico e artistico che, a partire dall’utilizzo di frammenti di realtà, arriva a suggerire nuove relazioni strutturali e compositive, a immaginare spazi impossibili, a evocare visioni di luoghi utopici.

Lo sguardo di Vicente Insa Izquierdo racchiude in sé la visionarietà dei settecenteschi progetti architettonici di Étienne Louis Boullée e Claude Nicolas Ledoux, così come la vertigine onirica di alcune incisioni di Piranesi.

Ma è soprattutto al termine terrain vague, coniato da Ignasi Solà Morales per indicare aree abbandonate e architetture senza più una precisa connotazione, che Insa Izquierdo rivolge l’attenzione, nel momento in cui decide di esplorare quegli spazi marginali spogliati della loro funzione e lasciati ad agonizzare ai confini delle dinamiche urbane.

Un concetto, quello di terrain vague, che ritroviamo nelle fotografie di Bernhard e Hilla Becher noti per i loro studi sulle architetture industriali e per aver avviato un rinnovamento della fotografia documentaria insieme agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf tra il 1976 e il 1997.

Vicente Insa Izquierdo, sulla scia dell’esperienza della Scuola di Düsseldorf, localizza e documenta i luoghi svuotati di contenuti, li registra con un criterio di oggettività che li rende forme geometriche in uno spazio neutro quasi fossero sculture, ma in modo del tutto personale e con un’inclinazione visionaria interpreta le architetture decontestualizzandole dal luogo di appartenenza per dare loro nuove possibilità espressive.  La raffinata contaminazione di linguaggi contenuta nelle fotografie dà origine ad un itinerario estetico nel quale confluiscono profonde riflessioni sul potere delle immagini e dell’immaginario. (Cristina Moregola)

Vicente Insa Izquierdo nasce a Tenerife (Spagna). É un artista visivo che lavora nel campo della fotografia e della sperimentazione audiovisiva. Nel 1996 si diploma in Belle Arti alla Facultad de Bellas Artes Sant CarlosUniversidad Politécnica di Valencia. Dal 1994 partecipa a diverse mostre, attività artistiche e performance. Durante questo primo periodo, nel 1996 partecipa all’organizzazione dell’evento artistico “Movimiento- Inercia” avvenuto a  Valencia, all’interno del Programma Kaleidoscopio della Comunità Europea, ed espone opere al “Museo de las Reales Atarazanas” e al “Club Diario Levante”. Durante la residenza in Marocco (1998-2000) lavora come professore di Educazione plastica e visiva presso il centro educativo spagnolo di Al-Hoceima portando avanti nel contempo un programma di diffusione artistica e culturale. Espone con una mostra personale all’ Institut Francais de L´Oriental” di Oujda presso l’Ambasciata di Francia.

Al suo ritorno a Valencia lavora come professore e realizza diversi corsi di studi e di formazione continuando a partecipare a mostre e progetti artistici.

Nel 2015 si trasferisce in Italia dove vive attualmente con la sua famiglia lavorando come professore di Storia dell’arte nelle scuole superiori.

 

, , , ,